Come rappresentare fisicamente, fuori di metafora, il tanto auspicato cambiamento di atteggiamento rispetto al mondo? Nel modo più letterale possibile, cambiando posa e postura rispetto all’iconografia classica. Opere per lo più scultoree, in parte ancora in corso di progettazione, dedicate alla figura della donna ed alle forze della natura. Stereotipi anacronistici vengono riveduti e corretti, ovvero sostituiti da esempi positivi che rispecchino i valori di una nuova società, uscita rinnovata dalla pandemia e senza più l’utilizzo di materiali fossili, entrambi frutto di una condotta non rispettosa del pianeta.
La rielaborazione del mito, in cui spesso ricorrono personificazioni femminili delle forze della natura, è guidata dalle conoscenze scientifiche attuali e contestualizzata nelle emergenze ambientali, energetiche e sociali.